Anagrafe
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I conviventi di fatto sono due persone di qualunque sesso:
La Legge 20/05/2016, n. 76 formalizza le convivenze di fatto e stabilisce i diritti dei conviventi.
I conviventi di fatto hanno gli stessi diritti del coniuge nei casi previsti dall'ordinamento penitenziario.
Malattia, ricovero o morte
I conviventi di fatto hanno diritto reciproco di visita, di assistenza e di accesso alle informazioni personali, secondo le regole previste per i coniugi e i familiari.
Ciascun convivente di fatto può incaricare l'altro, in forma scritta e autografa, come suo rappresentante con poteri pieni o limitati:
Se uno dei conviventi di fatto muore a causa di un fatto illecito commesso da un terzo, l'altro sarà risarcito con gli stessi criteri applicati per un coniuge.
Abitazione
Salvo quanto previsto dal Codice Civile, art. 337-sexies, se il proprietario della casa di comune residenza muore, il convivente può continuare ad abitarvi per due anni o per un periodo pari alla convivenza e comunque non oltre i cinque anni.
Se nella casa abitano anche figli minori o disabili del convivente, quest'ultimo può continuare ad abitarvi per almeno tre anni. Questo diritto viene meno se il convivente:
Se il convivente a cui è intestato il contratto di locazione della casa di comune residenza muore o recede, l'altro può succedergli nel contratto.
Alloggi ERP
Se appartenere a un nucleo familiare è un requisito di preferenza nelle graduatorie per l'assegnazione di alloggi di edilizia popolare, i conviventi di fatto possono godere di questo titolo a parità di condizioni (Legge 20/05/2016, n. 76, art. 45).
Lavoro
Se un convivente di fatto lavora stabilmente nell'impresa dell'altro convivente, gli spetta una partecipazione:
La partecipazione non spetta se i conviventi sono soci o hanno un contratto di lavoro subordinato (Legge 20/05/2016, n. 76, art. 46).
Tutore
Se uno dei due conviventi di fatto è stato dichiarato interdetto o inabilitato, l'altro può essere nominato suo tutore, curatore o amministratore di sostegno.
I conviventi di fatto possono regolare il regime patrimoniale di coppia sottoscrivendo un contratto di convivenza.
Il contratto deve essere redatto in forma scritta, con un atto pubblico o con una scrittura privata autenticata da un notaio o da un avvocato.
Il contratto di convivenza può contenere:
Il contratto di convivenza non può essere sottoposto a termine o condizione.
La copia del contratto è conservata agli atti dell'ufficio anagrafe e può essere visionata da chiunque ha valido interesse, come previsto dalla Legge 07/08/1990, n. 241, inviando apposita domanda di accesso agli atti.
Con una dichiarazione indirizzata al Comune è possibile comunicare la conclusione della convivenza che avrà effetto immediato.
La coppia, pur non riconoscendosi più conviventi di fatto vincolati da legame affettivo di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, continua a costituire una famiglia anagrafica.
La fine della coabitazione fa automaticamente concludere la convivenza di fatto, ma non ha effetti sull'eventuale contratto di convivenza sottoscritto. Quest'ultimo si risolve solo ed esclusivamente con:
Anche lo scioglimento del contratto deve essere registrato nella scheda anagrafica di famiglia dei conviventi, oltre che nelle schede anagrafiche individuali, indicando gli estremi e i dati contenuti nella notifica del notaio o dell'avvocato.
Se prevista, la comunione dei beni termina con la risoluzione del contratto.
Se la convivenza di fatto finisce e uno dei due conviventi è in difficoltà e non è in grado di mantenersi, il giudice decide se e quanti alimenti l'uno deve versare all'altro per un periodo proporzionale alla durata della convivenza.
La dichiarazione di convivenza può essere presentata nel Comune di residenza insieme alla dichiarazione di residenza o successivamente per le coppie che si formeranno con la coabitazione. Per le coppie già residenti e stabilmente conviventi la dichiarazione può essere presentata in qualsiasi momento.
I conviventi di fatto potranno chiedere al Comune la certificazione anagrafica di convivenza che dovrà contenere i dati contrattuali registrati nelle schede anagrafiche.
Una volta ricevuta la dichiarazione, il Comune verifica entro 45 giorni se la coppia rispetta i requisiti stabiliti dalla Legge 20/05/2016, n. 76 e accerta la stabile coabitazione all'indirizzo dichiarato.
Se il cittadino non riceverà comunicazioni dal Comune, significa che le dichiarazioni sono conformi e corrette (silenzio-assenso), mentre per le dichiarazioni false saranno applicate le disposizioni previste dal Decreto del Presidente della Repubblica 28/12/2000, n. 445, artt. 75 e 76.
45 giorni